Che ne sarà di noi… anziani… domani.
In un mondo in cui il saluto era doveroso rivolgere alle persone
più grandi, oggi si compra, ma, a scatola chiusa nel teatro
della vita dove noi siamo i protagonisti, vestiti di spicciola ipocrisia
da mercante, pronti ad iniettare nell’animo del prossimo il
veleno che abbiamo accumulato nelle vene con sagace ingegno.
L’amore, diversamente, quello vero non si compra ma lo si
guadagna col sacrificio vivendo il più spesso delle volte
come se ci si considerasse un vuoto a perdere.
Non solo l’anziano, oggigiorno, ma l’essere umano viene
ormai considerato ai margini; in una società che lesta dimentica
facilmente il tempo passato e dove le parole origine, tradizione,
senso della vita, ordine, preghiera, sacrificio, dolore, fanno fatica
ad entrare nell’insolito vocabolario delle nuove generazioni.
Educazione, amore, umiltà, vengono camuffate in apparenza,
indifferenza, prepotenza.
Qualche giorno fa un caro amico, che ha perso la madre in circostanze
alquanto “oscure e misteriose”, mi raccontava delle
“spine staccate” in alcuni ospedali a poveri vecchi
ignari di essere caduti nelle grinfie di loschi ma rispettabili
cittadini, membri che gravitano come falchi sul mondo della pubblica
sanità.
Leggo di suicidi assistiti clandestinamente qui in Italia ma legalizzati
in alcuni paesi a “dodici stelle”;grandi affari,insomma,si
specula finanche sulla morte del povero.
Se ti ammali sei bell’è fritto, a fatica trovi posto
nei “lazzaretti” e diventi un numero periodico; se sei
ricco, hai qualche possibilità in più di crepare meglio.
Tutta la vita si vive, quindi, in funzione del Dio denaro; essere
poveri, è una vergogna, quindi si ruba tutti alla stessa
maniera.
Siamo succubi e schiavi di questo industrializzato progresso.
Per fortuna c’è chi vede con gli occhi del cuore il
marcio e ne sente la puzza (Moliere già la sentiva 400 anni
fa) ed alita venti freschi per evitar contagi.
Un pugno di uomini vicinissimi al nostro tempo che hanno attinto
al passato e che non solo con la penna,ma anche attraverso le sette
note, hanno riflesso spiragli di luce fra le tenebre che oggi avvolgono
la cultura e l’arte contemporanea contagiandoci con la loro
profonda sensibilità.
Vorrei contribuire a farvi rivivere attimi trascorsi rimembrando
brevi tratti di motivi passati che hanno accompagnato piacevolmente
momenti della nostra esistenza e che meritano un posto al sole.
“… mio padre seppellito un anno fa,nessuno più
può coltivare la vite,verde rame sulle sue poche unghie e
molti figli da cullare, spago sulla sua valigia non ce n’era.
Hanno ammazzato Pablo e Pablo è vivo…” (Francesco
De Gregori).
“… aveva un solco lungo il viso come una specie
di sorriso - e versò il vino e spezzò il pane per
chi diceva ho sete e ho fame…” (Fabrizio De Andrè).
“…i vecchi tosse secca me li porterei tutti al mare…”
(Claudio Baglioni).
Immaginate la faccia dei cultori dei famosi calendari alla vista
di poveri corpi stanchi, rugosi e indeboliti dal tempo!
Ma dov’è più “…quell’antica
cortesia; la lampadina accesa, quella da 30 candele e quei soldi
risparmiati perché poi non si sa mai…son sempre pronti
i guai…” (Francesco Guccini).
Nonostante tutto assistiamo complici allo scempio, al consumismo
sfrenato delle illuminazioni accese anche di giorno nelle grandi
e dignitose città.
L’arguta premonizione di Renato Zero, con il cantare recitativo,
“diranno che sei vecchio!”. E “chi vivrà
vedrà”, aggiungeva Rino Gaetano, profeta buonanima,
annunciatore di “un mondo fatto di sesso”; meno male
che i calendari sono nati al nord e non per opera di noi “terun”;
(w l’Italia di Francesco De Gregori).
Oltraggio al pudore perfino nelle strade così piene di vetrine
ambulanti - voi genitori, richiamate le vostre figliole alla compostezza
e all’ordine.
E termino la lista con Edoardo Bennato che erudiva più generazioni
con il suo burattino senza fili; “… ed ora che sei diventato
come UNO DI NOI…guarda quanti fili che hai…”.
“… i grandi fanno paura più dei pescecani…”
(Sono solo canzonette – Edoardo Bennato).
Non ti preoccupare caro pinocchio, a te ci pensiamo “Noi”!
Occhio a pinocchio, cari bimbi, che non è più un burattino!
C’è un giochino divertente che mi ha insegnato pinocchio
(quello vero!); gli è stato regalato dal babbino mangiafuoco
(quello vero!).
Si fa pratica sul videogioco, come riuscire, divertendosi, a metter
giù la vecchia sulle strisce pedonali e a fare guerra; (buffoni
e burattini non la faranno mai).
La violenza si vende nei negozi delle città e poi lo stato
ci insegna l’educazione stradale a scuola! Questo sì
che è divertente, non credete?
Meno parole, miei cari grilli parlanti, vi spiaccicherei ancora
una volta al muro e quando pensate di aver preso il volo…che
ridere, “…è come se volasse il tacchino…”
(Francesco Guccini).
E’da 40anni che questa “squola” viene presa a
calci (e questo pallone non entra mai in rete); proprio da Roma
“una cagna fra i suoi maiali” (viaggi e miraggi - Francesco
De Gregari).
“…legalizzare la mafia sarà la regola del
2000 ed il carisma di mastrolindo ad organizzare la fila con l’arrotino
col suono house… bambini, venite parvulos ,un dollaro per
i vostri occhi…” (Francesco De Gregori).
“…quanti mattoni nel muro, ancora, da cementare
senza più vedere odio,violenza, morte…” (The
Wall 1980 - Pink Floyd).
Acqua viva nelle scuole e nelle famiglie, più realismo, più
verità, meno insegnamenti cattedratici e più distacco
dallo sfrenato modernismo che limita nell’uomo le sue possibilità
di evolversi soprattutto spiritualmente.
“… uomo e non bestia o polli d’allevamento…”
(Giorgio Gaber).
Ho insegnato in alcune scuole medie e superiori per brevissimo tempo,
neanche un saluto tra colleghi!
Che esempio di moralità, pretendiamo che i ragazzi siano
educati con noi insegnanti.
È impossibile educare quando manca la dolcezza e l’umiltà.
Gesù insegnava nel predicare:- “Se trattano cosi il
legno verde, che avverrà del legno secco!”
Il gigante multietnico avanza inesorabilmente e le nostre Istituzioni
non sono purtroppo state in grado di affrontare il problema con
determinazione e risolutezza e quando ormai sarà troppo tardi
la “…bestia umana non ancora sazia di sangue…”
(Nomadi-Guccini) si catapulterà sulle nostre generazioni
mirando ad annientarne l’identità.
Forza e coraggio, unti e battezzati non abbattetevi; “…giù
la maschera, meno occhiali da sole… i tempi stanno per cambiare…”
(La voce del padrone - Franco Battiato).
Prepariamoci per concludere il vero grande affare… il guadagno
della vita eterna, la grande promessa di Gesù.
Aiutiamo i giovani a crescere meglio, ad avere un’identità
senza piercing, tatuaggi, orecchini, ad escludersi da atteggiamenti
informali e da insensate mode.
Impariamo dal “vecchio”, quindi attingendo al mistero
di questa parola che richiama la nostra attenzione a: origine, ricordo,
tradizione al senso della vita, alla saggezza, alla preghiera, al
sacrificio, al senso ed alla dignità del dolore, al rispetto,
al silenzio.